Chi sei e di che cosa ti occupi?
Sono Fabio Quitadamo, progettista sociale e consulente per lo sviluppo degli enti del terzo settore. Ho la fortuna di fare un lavoro che mi piace (non senza fatica), che, senza soluzione di continutà, ha costituto la professionalizzazione della mia esperienza di volontario nelle imprese sociali
Cosa ti ha portato in APIS e qual è il tuo contributo?
La possibilità di condividere problematiche e visioni in una community professionale è stata la leva che mi ha portato in APIS. Mi sono coinvolto nel Cantiere dei gruppi territoriali con la certezza e convinzione che uno dei ruoli principali di una organizzazione nazionale è quello di valorizzare quello che accade sui territori.
Quale aspetto della progettazione sociale ti pare il più interessante oggi?
Creare non solo (o non più) progetti per risolvere problemi, ma modelli replicabili e sostenibili nel tempo.
Quali sfide vedi all’orizzonte?
Il Covid ha portato all’accelerazione di alcuni processi di cambiamento, ed i progettisti sociali non sono immuni. Quindi la sfida è capire come sta cambiando la professione del progettista sociale, che, a mio avviso, sta assumendo sempre più la configurazione di consulente per lo sviluppo dell’impresa sociale. Questo porta con sè un cambiamento di approccio sia con le imprese sociali che con gli enti finanziatori.
Ci diresti 3 cose per cui la Progettazione Sociale è importante?
- Generazione di comunità resilienti
- Creazione di modelli di sviluppo sostenibili
- Capacità di visione strategica